Definizione del Disturbo Post-Traumatico da Stress

Il Disturbo post-traumatico da stress (DPTS) è una condizione psicopatologica classificata nel DSM IV all’interno dei disturbi d’ansia ed è caratterizzata da una sintomatologia di tipo ansioso-depressivo che compare in seguito ad un episodio traumatico. E’ proprio la presenza, nella storia del paziente, di un trauma a contraddistinguere il DPTS e, dunque, a differenziarlo da altre sindromi (Ranzato 2005).

Il DPTS è stato inserito ufficialmente nel manuale diagnostico dell’American Psychiatric Association (DSM) nel 1980, ma già nella letteratura del Novecento è stato descritto con dizioni differenti (es., nevrosi da guerra, cuore del soldato, shock post-traumatico) per indicare una patologia che insorge acutamente in conseguenza dell’esposizione ad eventi stressanti di gravità estrema che mettono a repentaglio la propria o altrui incolumità. Mentre nella letteratura dei primi anni Ottanta si faceva riferimento prevalentemente alle conseguenze psicologiche di soggetti esposti a operazioni di guerra, da qualche anno le situazioni potenzialmente in grado di portare allo sviluppo del DPTS sono aumentate, mantenendo nel DSM IV il riferimento alla “gravità oggettiva estrema” della situazione (Fullerton e Ursano 2001).

Nel DSM IV TR viene fatto riferimento a: eventi traumatici vissuti direttamente, come aggressione personale violenta, rapimento, tortura, disastri naturali o provocati, gravi incidenti automobilistici, diagnosi di malattia minacciosa per la vita; eventi vissuti in qualità di testimoni, come l’osservare il ferimento grave o la morte innaturale di un’altra persona, il trovarsi inaspettatamente di fronte ad un cadavere; eventi vissuti da altri ma di cui si è venuti a conoscenza, come aggressione personale violenta, grave incidente o gravi lesioni subite da un familiare o da un amico stretto, malattia minacciosa per la loro vita (American Psychiatric Association 2002). Nel definire un evento “traumatico”, il DSM IV TR si basa anche sulla risposta della persona all’evento, risposta che  deve comprendere paura intensa, sentimenti d’impotenza o d’orrore (nei bambini comportamento disorganizzato o agitato).

I sintomi (che devono durare almeno un mese) includono:

§  Rivivere continuamente l’evento traumatico, sintomi del re-experiencing (per la diagnosi di DPTS ne deve essere presente almeno uno): ricordi spiacevoli e intrusivi sotto forma d’immagini, pensieri o percezioni; incubi; agire o sentire come se l’evento si stesse ripresentando (sensazioni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, episodi dissociativi e di flashback); disagio psicologico e/o reattività fisiologica intensi all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che rievocano l’evento.

§  Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (ottundimento) (per la diagnosi di DPTS devono essere presenti almeno tre di questi sintomi): evitamento di pensieri, sentimenti o conversazioni che riguardano l’evento; evitamento di situazioni, luoghi o persone che possono ricordare il trauma; amnesia per qualche aspetto importante dell’evento; marcata diminuzione dell’interesse o della partecipazione ad attività prima piacevoli; sentirsi distaccato o estraneo nei confronti delle altre persone; marcata riduzione della capacità di provare emozioni; senso di diminuzione delle prospettive future.

§  Sintomi costanti d’aumentato arousal (per la diagnosi di DPTS ne devono essere presenti almeno due): difficoltà a addormentarsi o a mantenere il sonno; irritabilità o scoppi di collera; difficoltà a concentrarsi; ipervigilanza; esagerate risposte d’allarme.

Il DSM definisce il DPTS acuto se i sintomi durano meno di 3 mesi, cronico se durano più di tre mesi, ad esordio ritardato se i sintomi iniziano almeno 6 mesi dopo l’evento stressante. 

Le modalità di evitamento possono interferire con le relazioni interpersonali e portare a conflitti coniugali, divorzio o perdita del lavoro. In alcuni casi gravi e cronici possono essere presenti allucinazioni uditive ed ideazione paranoide. Inoltre, possono essere presenti: sentimenti di colpa per il fatto di essere sopravvissuti a differenza di altri o per ciò che hanno dovuto fare per sopravvivere; compromissione della modulazione affettiva; comportamento autolesivo e impulsivo; lamentele somatiche; sentimenti di inefficienza, vergogna, disperazione; sentirsi irreparabilmente danneggiati; perdita di convinzioni precedentemente sostenute; ostilità; ritiro sociale; sensazione di minaccia costante; cambiamento delle precedenti caratteristiche di personalità (American Psychiatric Association 2002).

Il DPTS spesso viene sottostimato a causa di diversi aspetti, tra i quali: la scarsa familiarità di molti medici con questa diagnosi; l’alta frequenza di disturbi che compaiono in comorbilità col DPTS e che possono portare a diagnosi come depressione maggiore, disturbo d’ansia generalizzata, disturbo di panico, fobia sociale, fobia specifica o disturbo da abuso e dipendenza da sostanze; l’impossibilità di individuare l’evento traumatico nella storia del paziente (Fullerton e Ursano 2001).