Anamnesi familiare

Madre

La pz riferisce di non avere molti ricordi della madre legati alla sua infanzia. La ricorda come una donna affettiva solo verbalmente ma non nei gesti; non c’è mai stato un vero scambio affettivo. C. afferma che sua madre è la figura fragile in famiglia; la classica donna emotiva che vive sotto l’ombra del marito; rappresenta il prototipo di una donna debole e compiacente con il marito. Viene descritta come ansiosa, depressa (in quanto ha sacrificato tutte le sue aspirazioni per il marito) e con un rapporto bulimico col cibo.

C. non ha mai cercato il sostegno della madre perché la riteneva più fragile e sprovveduta di lei; “se mi fossi confidata, mia madre non avrebbe retto il colpo”, “le poche volte che ho provato ad appoggiarmi a lei alla fine mi ritrovavo a consolarla”.

 Padre

C. definisce suo padre come una persona con due poli opposti;  da un lato era una persona che la lasciava libera e la faceva divertire molto e dall’altra era anche un padre violento.  Dice di essere stata picchiata spesso da lui quando era piccola; a volte le botte erano così forti che le lasciavano dei segni sul corpo. Ricorda che quando era piccola si comportava come un maschietto per piacere al padre. Quando C. diventa adolescente, suo padre non voleva che lei esprimesse la sua femminilità ed anche per questo motivo era contrario alla scelta della danza e non ha mai voluto vederla ballare .

Diagnosi

La pz soddisfa i criteri per la diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità. Nello specifico emergono

un quadro di relazioni interpersonali instabili ed intense in cui la pz compie sforzi disperati di evitare un abbandono, alterazione dell’identità, impulsività in aree potenzialmente dannose per il soggetto (comportamento sessuale promiscuo, abbuffate), instabilità affettiva dovuta a marcata reattività dell’umore, sentimenti cronici di vuoto, sintomi dissociativi transitori. Tale diagnosi viene confermata dalla valutazione testologica (SCID II, MMPI-2) in cui si segnala una tendenza a ricercare attivamente i contatti interpersonali con forte propensione alla compiacenza; un asse timico caratterizzato da rapida alternanza del tono dell’umore; una bassa tolleranza alla frustrazione con  tendenza all’autocritica, alla colpevolizzazione ed all’autosvalutazione.

Stato Mentale

Nella figura 1 è sintetizzato lo stato mentale che regola i sintomi, cosi come ricostruito in terapia. Inoltre, sono rintracciabili come elementi del nucleo basico del sé della pz:

Sé vulnerabile: percezione della pz di poter essere facilmente ferita e sfruttata; tale percezione è legata al senso di indegnità personale della pz

Stato di minaccia: la pz percepisce se stessa come vulnerabile ed il mondo come minaccioso, pericoloso, abbandonico

Stato di vuoto e di anestesia emotiva: quando la pz non tollera la pressione della sua percepita indegnità e vulnerabilità, si distacca da tutto e tutti entrando in uno stato di vuoto che lei descrive come un muro bianco paralizzante. Tale senso di vuoto è percepito dalla pz come una totale e intollerabile mancanza di scopo, per cui solitamente in questi momenti la pz ha pensieri suicidari o mette in atto comportamenti impulsivi.

A

B

C

Pensa ad alcune situazioni del

suo passato

Sono stata sfruttata e umiliata

 

 

Tristezza

Pianto

Vergogna

 

Non ho posto la giusta attenzione su di me e mi sono lasciata sfruttare

 

Senso di colpa

 

Perché sono caduta in questa situazione? Non so vivere in questo mondo

 

Inadeguatezza

Autosvalutazione

 

Mi sono affidata e mi hanno sfruttata

 

Rabbia

Tristezza

C-A’

 

B’

C’

Tristezza

Vergogna

Senso di colpa

Inadeguatezza

Rabbia

Va beh, che mi frega … mi ammazzo … tanto guarda come sono ridotta. Sono stanca … la morte potrebbe essere una liberazione … se non fosse per mia madre che non sopporterebbe questa altra perdita …

Tristezza +++

Apatia

Senso di vuoto

Somatizzazioni

Figura 1. Stato mentale della paziente

La pz mostra, inoltre, i tipici deficit metacognitivi del BPD:

§  Deficit di gerarchizzazione: iperproduzione di narrazioni e non gerarchizzazione dei contenuti

§  Deficit di integrazione: rappresentazioni di sé e di sé con l’altro caotiche (es. rapporto col padre); rappresentazioni di ruolo non integrato

§  Disregolazione emotiva

§  Deficit di differenziazione. La pz tratta le proprie rappresentazioni mentali come reali e non come soggettive e ipotetiche.