di Rossella Cascone

La Casa di Carta (La casa de Papel) è una serie televisiva spagnola ideata da Álex Pina e disponibile su Netflix.

Vengono raccontate le folli gesta di una banda di ladri, composta da personaggi accuratamente scelti, con precedenti e che non hanno nulla da perdere.

La mente di tutto è “Il Professore” il quale, come prima regola, vieta qualunque tipo di relazioni personali o sentimentali tra i componenti. Lungo questa linea di pensiero, non è possibile rivelare l’identità di nessuno e da qui ecco l’assegnazione dei nomi come Tokio, Berlino, Denver, Rio, Nairobi, Palermo, Stoccolma, Helsinki, Lisbona e Il Professore.

Nel corso delle quattro stagioni vengono raccontate le rapine della banda alla Zecca dello Stato prima e alla Banca di Spagna successivamente. Durante le rapine, ogni personaggio indossa una tuta rossa e una maschera del pittore spagnolo Salvador Dalì.

Le azioni della banda rappresentano un significativo attacco allo Stato che ricopre il ruolo del cattivo della situazione. Infatti, grazie alle gesta e al profilo psicologico dei personaggi, i ladri passano dalla parte dei “buoni” mostrando un’altra modalità di fare giustizia per chi non si sente rappresentato dallo Stato e non ha più fiducia verso i politici della Nazione.

In questo modo anche lo spettatore si identifica con i rapinatori tifando per la riuscita del piano!

Durante il susseguirsi degli eventi, nonostante il Professore abbia organizzato tutto nei minimi particolari prevedendo qualsiasi tipo di imprevisti, emergono molti inconvenienti.

Le divergenze tra i vari rapinatori mettono a rischio in più occasioni l’operazione ma permettono anche di osservare i vari comportamenti dei protagonisti e di analizzarli da un punto di vista psicologico. Associare ad ognuno di loro degli aspetti psicopatologici consente di capire meglio le scelte e i comportamenti che mettono in atto.

 

Il Professore è un uomo con un’intelligenza fuori dal normale, preciso e con scarse capacità relazionali.

Dal suo comportamento è possibile cogliere la presenza di comportamenti stereotipati, goffaggine motoria e un limitato numero di interessi. Tutte caratteristiche che rimandano alla Sindrome di Asperger, un disturbo annoverato fra i Disturbi dello Spettro Autistico e definito “ad alto funzionamento” perché non comporta ritardi nell’acquisizione delle capacità linguistiche né disabilità intellettive.

Il Professore è inoltre un perfezionista, attento e preoccupato ai dettagli e all’ordine ed è rigidamente controllato, vittima della sua stessa routine. Ha la necessità di svolgere azioni e sistemare gli oggetti “nel modo giusto”. Questi aspetti ossessivi compulsivi vengono inoltre sottolineati dalla costruzione degli origami rossi, un rituale che gli trasmette tranquillità nello svolgimento delle sue azioni.

Tokyo è la voce narrante della serie e, grazie al suo comportamento, non passa sicuramente inosservata. Ha una personalità molto instabile, sia sul piano comportamentale che su quello affettivo. Ha difficoltà a controllare i suoi impulsi mettendo in atto comportamenti pericolosi per sé stessa e per gli altri.

Osservando i suoi comportamenti si pensa inevitabilmente al Disturbo Borderline di Personalità. Tokyo instaura infatti relazioni interpersonali instabili e ambivalenti: alterna la necessità di dipendenza alla forte insofferenza al legame.

Questa oscillazione la possiamo riscontrare non solo nel legame amoroso che ha con Rio ma anche nelle relazioni con gli altri componenti della banda.

Un altro personaggio che suscita curiosità è Berlino il quale, anche da morto, continua ad avere un ruolo importante nelle varie stagioni.

Il suo comportamento descrive a pieno le caratteristiche del Disturbo Narcisistico di Personalità.

Egli ha un senso grandioso di sé e del suo valore e richiede eccessiva ammirazione. Questo aspetto si evince pienamente quando decide di sacrificarsi per il bene dei compagni, momento in cui l’immagine di Sé che ha costruito nel tempo risulta l’unico aspetto fondamentale nella riuscita del piano.

Berlino manca di empatia, è pervaso da fantasie di successo e potere e tende a sfruttare i rapporti interpersonali a favore dei suoi scopi, essendo incapace di amare. Ha infatti una grande capacità di sedurre e convincere le persone. Mostra comportamenti arroganti e presuntuosi e, di fronte a critiche e frustrazioni, reagisce con aggressività.

Denver è un personaggio molto impulsivo, mostra una tendenza irrefrenabile a rispondere agli stimoli esterni con azioni repentine, vissute come incontrollabili e involontarie.

Alcuni aspetti del suo comportamento rimandano a caratteristiche proprie del Disturbo Istrionico di Personalità: ipersensibilità alla critica, emotività mutevole e superficiale, comportamenti eccessivamente drammatici, esibizionismo emotivo e manifestazione di comportamenti auto-centrati, seduttivi e manipolativi. In particolare, il comportamento seduttivo è inappropriato in quanto viene attuato in contesti non adeguati e la relazione con l’ostaggio Monica Gaztambide, alias Stoccolma, ne è un esempio.

Denver spesso reagisce alle difficoltà interpersonali con rabbia e assume un comportamento provocatorio che riflette il tentativo di dipendere ed essere protetto dall’altro.

Nonostante il personaggio appaia spesso gioioso, sperimenta frequentemente ansia e lieve disforia, che riflette la paura di un rifiuto e, quando ciò accade, l’emozione muta velocemente in rabbia o in tristezza.

 

Stoccolma, proprio come suggerisce il nome, fa pensare all’omonima Sindrome caratterizzata da dipendenza psicologica nei confronti del proprio aguzzino.

La sindrome di Stoccolma non è inserita in nessun sistema internazionale di classificazione psichiatrica. Essa viene considerata come un caso particolare o collegata a legami traumatici caratterizzati da aggressività o violenza, dove uno gode di privilegi e l’altro diventa succube.

La vittima, Monica, inizia a provare un sentimento positivo che si trasforma in amore e in sottomissione volontaria anche se, come vedremo, il sentimento tenderà a cambiare…

Palermo è un altro personaggio che merita attenzione. Con una personalità molto forte, è poco attento ai diritti e alla sensibilità degli altri, come nel caso di Helsinki e il “bum bum ciak”, o dei vari scontri con gli altri componenti della banda.

È disonesto e tende a sfruttare gli altri per ottenere vantaggi e soddisfazione personale. Anche lui molto impulsivo e irresponsabile, non è in grado di tollerale le frustrazioni, mostrandosi spesso violento. Queste caratteristiche rimandano al Disturbo Antisociale di Personalità. Spesso le persone che ne sono affette non prevedono le conseguenze negative dei loro comportamenti e, nonostante i problemi o i danni che recano agli altri, non provano colpa o rimorso, anzi tendono a razionalizzare il loro comportamento o a dare la colpa ad altri. Quando subisce il “colpo di stato” da parte di Tokyo non esita a fare di tutto per riprendere in mano il potere, tanto da istigare l’ostaggio più pericoloso a liberarsi. Questo porta alla morte di Naiorbi, punto di riferimento per molti della banda, senza però provocare in Palermo pentimento o colpa.

Infine c’è Rio, meno antisociale dei suoi compagni ma con delle evidenti problematiche che rimandano ad alcune caratteristiche proprie del Disturbo Dipendente di Personalità. Ha molte difficoltà ad esprimere la sua opinione e il disaccordo sulle scelte di Berlino o degli altri componenti della banda. In molte occasioni si spinge oltre i propri limiti pur di sentirsi accettato da chi lo ama e, in questo caso, dal gruppo. È succube di un amore infantile, quello per Tokyo, caratterizzato da una forte dipendenza da lei e dalla richiesta continua di rassicurazioni e conferme. Nonostante questo all’inizio della terza stagione, dopo un periodo di reclusione e tortura, qualcosa dentro di lui cambia, portandolo a lasciare Tokyo nonostante una grande prova d’amore da parte della donna.

Attendiamo la prossima stagione per capire l’evoluzione che avranno i personaggi e cosa avrà in serbo per noi la folle genialità del Professore.