Osservazioni specifiche sulla relazione terapeutica

La terapia è stata di breve durata sebbene le otto sedute e i  quattro follow up siano stati molto intensi. Il paziente ha manifestato sin dal principio una grossa fiducia nelle sedute. Questa fiducia non era certamente acritica ma,  ho elementi per affermarlo, in qualche modo è stata quella fiducia che si ripone più in un medico specialista che in uno psicoterapeuta, cioè ci si aspetta che curi il problema rapidamente. Affermo questo perché il paziente ha raggiunto eccellenti risultati in poco tempo, meravigliando anche me e facendomi sinceramente pensare di avere fretta. Mi sono domandato quale scopo fosse in gioco per giustificare questa premura. Due sono state le mie ipotesi. La prima relativa al disturbo stesso, cioè,  ho pensato che Timoteo non volesse deludermi e che volesse fare bella figura anche con me. La seconda relativa allo scopo dell’intervento chirurgico di giugno. Non poteva più rimandarlo anche in vista delle possibili nozze con la fidanzata. Non mi sento di escludere una delle due ipotesi.

Visto l’assessment ed il tipo di disturbo ho immaginato che anche in seduta si potessero creare i medesimi problemi che Timoteo vive fuori. In sostanza io, pur calmo, sereno e non giudicante, sono pur sempre una persona estranea che può giudicarlo. A volte ho avuto la sensazione che mi osservasse come una persona a lui superiore. Il mio timore è stato quello che lui migliorasse così rapidamente per non fare brutta figura con me o che, caso più grave, mi mentisse in seduta per non deludermi.  A  smentire i miei  “Belief disfunzionali”   è intervenuta la fidanzata di Timoteo che di persona, spontaneamente, mi ha ringraziato per il cambiamento radicale osservato in pochi mesi nel fidanzato. Questo significa che Timoteo è realmente migliorato. Questa informazione  per me ha anche un valore aggiunto perché avevo dubitato della sua sincerità. Ciò ha significato molto per me ma mi ha fatto ragionare sul fatto che nella relazione dovevo prestare molta attenzione  agli aspetti del giudizio (in fondo avevo dubitato di lui)  esplicitando  a Timoteo in una seduta il mio pensiero aprendogli la mia mente. Gli ho spiegato che temevo  che potesse  accadere che in alcune circostanze lui si sentisse giudicato, criticato o preso in giro o che si sentisse spinto a fare gli homeworks  per non farmi pensare male di lui e che quindi in quelle circostanze sarebbe stato utile che lui  esplicitasse questi suoi pensieri in seduta.  In questo modo io gli ho aperto la mia mente (self disclosure) e gli ho fatto comprendere cosa mi preoccupava. Lui ha reagito molto bene, rassicurandomi che sarebbe stato stupido da parte sua non essere sincero in seduta.  Timoteo ha apprezzato il training assertivo (lasciato però incompleto). Adorava il fatto di imparare nuovi modi per rispondere alle persone e reagire nelle situazioni sociali. Questo addestramento associato alla psicoeducazione sull’ansia ha sortito ottimi effetti.