Questo numero ha catturato particolarmente il mio interesse.

Gli argomenti trattati sia nel settore dei contenuti che dei casi clinici sono al contempo accattivanti e di attualità e rilevanza clinica.

Una parola chiave, anzi un’emozione che chiave che accompagna la lettura e che ritroveremo nella maggior parte dei lavori di questa uscita è la colpa, un filo conduttore tra i lavori proposti apparentemente scollegati uno dall’altro.

Cristina Marzano ci parla delle basi neuronali della moral cognition: quali sono i correlati neurobiologici di quel complesso fenomeno che è la moralità umana? Marzano passa in rassegna la letteratura scientifica in merito partendo dagli studi su pazienti con disfunzioni cerebrali al filone di nuova generazione che vede l’utilizzo di tecniche di neuro-immagine incrociate con la proposta ai soggetti di dilemmi morali. Quali sono i limiti di queste tecniche di ricerca nello studio di un fenomeno così complesso? Marzano ce li espone, invitandoci a una riflessione e ricorda il contributo della prospettiva teorica scopistica tanto cara a noi psicoterapeuti APC – SPC.

Martina Migliore affronta il delicato tema dell’accettazione di un figlio con disabilità. “Perchè proprio a mio figlio?” comunemente si chiedono i genitori. Un interrogativo colmo di sofferenza. Anche qui tra i contenuti emotivi troviamo, oltre alla rabbia e alla tristezza, la colpa, un fardello spesso enorme da portare con sé. Migliore parla di accettazione in chiave cognitivista e scopistica: un’accettazione che passi attraverso la ristrutturazione degli scopi, degi scopi per i quali valga la pena di investire le proprie risorse.

Anna Giannatasio tocca l’interrogativo base e ricorrente della psicologia: “perchè la patologia mentale?” Come spieghiamo il paradosso nevrotico? Perchè l’uomo che si è evoluto adattandosi all’ambiente in apprendendo dai propri errori, in determinate situazioni agisce in senso opposto a questa tendenza? Tra le varie teorie sul paradosso ne approfondisce la Teoria del Controllo Percettivo (PCT) facendo riferimento all’articolo di Mansell del 2005 che sembrerebbe permettere di spiegare molti quesiti sollevati dal paradosso nevrotico.

Emanuela Pandolfi ci parla dei fattori di rischio e delle traiettorie di sviluppo legati ai disturbi esternalizzanti nell’infanzia, un argomento a me caro, avendo svolto il tirocinio di specializzazione proprio con preadolescenti con disturbi del comportamento, passando in rassegna le ricerche su il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, il disturbo oppositivo provocatorio, il disturbo della condotta e, nell’ottica di una continuità patologica, le ricerche sul disturbo di personalità antisociale.

Per quanto riguarda infine i casi clinici troviamo il caso seguito da Viviana Balestrini di un paziente di 55 anni con distubo ansioso depressivo cronicizzato, che riporta il tema del risarcimento. La collega illustra l’applicazione di un intervento sulla rabbia e la svolta nel percorso terapeutico grazie ai risultati ottenuti. Ho personalmente trovato gli schemi illustrativi sulla vulnerabilità storica e attuale del paziente e su scopi, razionale, strategie e tecniche di intervento molto utili per comprendere il lavoro fatto ma anche un esempio di chiarezza e utilità dal quale prendere esempio per la formulazione del caso.

Vincenzo Adamo tratta un argomento di grande attualità nel suo caso clinico: la depressione post partum. La sua paziente, di 40 anni, giunge in terapia dopo aver gettato dalla finestra della sua abitazione gli abiti del figlio di un mese. Il lavoro di Adamo intende presentare un protocollo di trattamento per il disturbo e risulta quindi di grande interesse e spunto per la pratica clinica.

Chiara Lignola

 

Contenuti

Cristina Marzano               Basi neurali della moral cognition                                                        pp. 3-14

Martina Migliore                Il processo di accettazione del figlio con disabilità                           pp. 15-31

Anna Giannatasio              La PCT e il paradosso nevrotico                                                             pp. 32-49

Manuela Pandolfi              I disturbi esternalizzanti nell’infanzia                                                   pp. 50-69

 

 

Casi Clinici

Viviana Balestrini              Un caso di Disturbo ansioso cronicizzato                                             pp. 70-80

Vincenzo Adamo              Stefania: un caso di depressione post-partum                                      pp. 80-92

 

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