Mentre leggevo i lavori dedicati a questo numero, ho immaginato la copertina di questo numero. L’ho immaginata tutta rosa, come il rosa dell’essere donna. Infatti ci sono molti casi (quasi tutti tranne uno) che hanno donne come pazienti e c’è la considerazione di alcune tematiche che appartengono soprattutto alla sfera femminile (disturbi dell’alimentazione, disturbo borderline di personalità, sintomi dissociativi causati da maltrattamenti pregressi). Il primo contenuto, firmato da Bontempi e Delle Grave, riporta uno stato dell’arte sui disturbi dell’alimentazione e sulla terapia cognitivo-comportamentale usata come trattamento. Gli autori evidenziano come ci sia un movimento temporale tra un disturbo dell’alimentazione all’altro e per questo sottolineano la necessità di adottare una prospettiva transdiagnostica per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione.

Il caso di Anna, presentato dal Dott. Bertacchi, ci mostra i temi ricorrenti del Disturbo Borderline di Personalità, come il timore dell’ abbandono, l’instaurazione di rapporti di dipendenza per la paura di rimanere sola, le condotte auto-lesive (uso di alcol e droga per sedare l’ ansia), la ricerca di continue rassicurazioni circa la vicinanza dell’altro e i frequenti scatti di ira verso il partner e i familiari. Il collega descrive precisamente nei laddering la minaccia percepita (essere abbandonata), lo scopo verso cui tende (l’amabilità) e le strategie usate per raggiungere lo scopo ed allontanarsi dall’antiscopo (essere accondiscendente verso l’altro, per esempio) che rappresentano, ovviamente, i fattori di mantenimento. Vengono anche presentati gli obiettivi terapeutici e i primi tre mesi e mezzo di terapia, con la descrizione delle tecniche usate.

Sulla scia del lavoro precedente, la Dott.ssa Riso presenta un altro caso di una donna con Disturbo Borderline alle prese con la mancanza di equilibrio nel ruolo di mamma. Questo disequilibrio è alimentato da continue oscillazioni della percezione di sé, vista come oppressa, o cattiva o come perfetta. Questi continui cambiamenti vanno ad influenzare il rapporto con la figlia, che è alla ricerca della protezione materna. La collega descrive come la terapia sia stata orientata alla stabilizzazione emotiva e della idea di sé.                                                                                                                                                                                                  

Entrambi i casi dei pazienti precedenti descrivono una storia pregressa di abuso sessuale ed emotivo. L’interessante caso di Sara, presentato dalla Dott.ssa Solito, racconta la depersonalizzazione connessa, anche, da un passato caratterizzato da maltrattamenti. Sara aveva nitidi episodi dissociativi (con allucinazioni visive e la sensazione di essere trasparente) che le condizionavano la vita. La collega ha delineato un piano di lavoro finalizzato alla riduzione degli episodi dissociativi. Questo lavoro è avvenuto anche attraverso la ristrutturazione delle credenze di essere trasparente e non riconosciuta nel suo ruolo di madre e moglie. L’accettazione di un passato terribile ha portato il cambiamento della percezione di sé nel presente.

Anche il caso del Dott. Pennelli è al femminile, ma è slegato dai temi precedenti. Infatti il collega presenta il caso di Francesca, ragazza con deficit cognitivi e una sindrome disesecutiva. Il collega presenta il piano di riabilitazione neuropsicologica e l’intervento cognitivo-comportamentale della sindrome disesecutiva, entrambi strutturati sul modello basato sul contestualismo-funzionale.

Più lontani dal tema principale di questo numero, ma non meno interessanti, sono il caso del Dott. Moroni e il contenuto del Dott. Pellecchia.

Il primo descrive il trattamento c-c di un paziente con disturbo delirante disturbo evitante di personalità, sottolineando la difficoltà della costruzione dell’alleanza terapeutica, fondamentale passo con pazienti di questo genere. Il secondo intende presentare una revisione della letteratura riguardante le metodiche di rilevazione innovative sui processi mentali automatici. Particolare risalto è stato dato all’ l’Implicit Association Test (IAT) e al suo impiego nello studio dell’autostima implicita.

 

 

CONTENUTI

  Disturbi dell’alimentazione: una sintesi delle attuali conoscenze   pp. 3-19
Giovanni Pellecchia   Definizione, descrizione e misurazione dei processi mentali impliciti   pp. 20-36

CASI CLINICI

Fabio Moroni   Un caso di Disturbo Delirante e Disturbo Evitante di Personalità   pp. 37-46
Iacopo Bertacchi   Il caso di Anna: trattamento di una paziente con DBP   pp. 47-82
Chiara Riso   Mamma, sei Mary Poppins o una strega? Il caso di Elisabetta   pp. 83-95
Francesca Solito   Sara, un’identità negata   pp. 96-113
Michelle Pennelli   Non è Francesca   pp. 114-136

 

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