Anamnesi personale e familiare

Matilde è la primogenita ed ha una sorella con la quale non intrattiene rapporti profondi. La quasi totale mancanza di rapporti familiari caratterizza comunque la sua storia. Lei stessa definisce da sempre non buono il rapporto con la madre, migliore quello con il padre rispetto al quale si sente più simile anche caratterialmente. Riferisce che il padre è stato seguito per problemi di natura presumibilmente depressiva e che continua ad assumere terapia con il litio. La madre viene descritta come “un’ex figlia dei fiori e una persona molto nervosa”dalla quale lei si è sempre sentita rifiutata. Di lei le è mancata l’attenzione e l’apprensività tipica di una madre verso i propri figli. La paziente ricorda che, fin da piccola, utilizzava i propri piccoli risparmi per far regali ai suoi genitori, ma ogni volta loro non sembravano gradire o riconoscere il suo  gesto, così che lei si sentiva terribilmente in colpa se ciò che acquistava non era di loro gradimento. Ad oggi la madre stessa continuerebbe a dirle che ha messo al mondo una figlia infelice e, la paziente, aggiunge di far fatica a mantenere i contatti con i genitori.

Matilde sostiene che della sua famiglia le è sempre mancata la positività.

Rispetto alla sua storia con Luca la paziente racconta di averlo conosciuto in discoteca poco più che adolescente, mentre lui, all’epoca, aveva 21 anni.

Ricorda che era il primo ragazzo che le chiedeva di iniziare una storia e che non era comunque il suo ideale di uomo. Per lei era simpatico e solare, ma non aveva passioni particolari e soprattutto, a suo avviso, mancava di sensibilità. Per tali motivi lei racconta che, per il primo anno, gli ha voluto solo bene, ma non ne era innamorata.

Il primo rapporto completo risale ai 18 anni e da lì a poco riferisce che lui avrebbe iniziato ad instillare in lei l’idea di avvicinarsi al mondo scambista. Matilde racconta che lui era un patito di chat e che trascorreva ore a contattare persone che rientravano in quel “giro”. A 20 anni lei, che ancora studiava all’università, inizia la convivenza con Luca.

Verso i 22 anni inizia a frequentare assiduamente i locali scambisti.

Nel tentativo di indagare le motivazioni che l’hanno spinta a questo, è solo dopo molti colloqui che riusciamo ad addentrarci nella questione. Racconta di essere sempre stata molto legata alla madre di Luca alla quale, 4 anni fa, fu diagnosticato una malattia, che “se l’è portata via dopo un anno e mezzo”. E’stato da quel momento, la paziente racconta che ha iniziato ad accusare rigidità e tensione alla parte sinistra del corpo.

Matilde ricorda che il suocero, durante la malattia della moglie, frequentava assiduamente le prostitute. Con la stessa amarezza commenta l’esperienza di una sua coetanea a cui il marito raccontava di essere al lavoro, mentre stava con le prostitute. Da questi eventi Matilde riferisce di aver iniziato a pensare, anche con rabbia, che “la vita è una sola”e che lei si è sempre comportata “come una brava ragazza, senza alcuna sbandata”. Per spirito di ribellione a queste ingiustizie, quindi, avrebbe assecondato la proposta del suo ragazzo di frequentare una “dimensione alternativa” della sessualità: lo scambismo, appunto.

Sembra che abbia sviluppato questo comportamento come controreazione per esorcizzare il pericolo di essere tradita e trattata male o per contrastare qualche idea patologica del tipo “I buoni ci rimettono sempre” oppure  “ L’erba cattiva non muore mai”. Matilde parla della suocera come una poveretta che ha vissuto solo di sacrifici e rinunce, senza pensare mai davvero a sé. La paura di potersi trovare, in futuro, nelle stesse condizioni avrebbe spinto Matilde a trasgredire con il suo ragazzo per poter almeno dire che si era “goduta la vita”.

Emerge inoltre, il desiderio/curiosità di fare altre esperienze oltre al rapporto con Luca, suo primo amore, e una ricerca di conferma sul suo “essere attraente come donna”, essendo molto preoccupata del suo presunto “imminente declino fisico”, di essere abbandonata e di morire Matilde racconta di aver desiderato sperimentare gli effetti del destare interesse negli altri uomini. Il fatto, però, che questo mondo non fosse frequentato da uomini particolarmente attraenti, (anzi!!!) ma soprattutto, che mancasse l’intensità emotiva, l’avrebbe portata a cambiare la visione positiva del rapporto uomo-donna in quanto costituito di sola fisicità.

Fin dal primo colloquio parla dell’esperienza sottolineando di non voler rinnegare il suo passato, ma anche di non essere più disposta a continuare, così come, al contrario, vorrebbe il suo ragazzo.

Non c’è colloquio in cui lei non parli dello scambismo. In modo contraddittorio Matilde afferma di non volerlo più praticare e allo stesso tempo di quanto per lei sia necessario il piacere fisico. Delle sue numerose esperienze scambiste ricorda, però, momenti difficili, come quando si sentiva costretta al rapporto, per insistenza di Luca, laddove si sentisse disgustata dall’altro partner. Prova anche ora disgusto, nel ripensare ai rapporti avuti con altre persone nel letto suo e di Luca.

Dal momento in cui lei ha iniziato ad essere contraria a tale esperienza sono iniziati i profondi contrasti di coppia culminati nella primavera del 2007.

Negli ultimi mesi del 2006 la paziente aveva conosciuto Letizia, una coetanea che lavora nella sua stessa ditta.

La descrive come una persona ricca, di una tale  profondità da aver risvegliato in lei una sensibilità che non pensava di avere. Ha ripreso a coltivare la passione per il ritratto, ereditata dal padre che è anche un pittore. Dice che Letizia è un concentrato di emozioni e che si ferma su ogni aspetto dell’esistenza, per assaporarne il gusto fino allo sfinimento. Spiega che con lei anche la sessualità è ricca di emozione e Matilde la vive con molta fisicità proprio perchè ne avverte un forte bisogno .

Della vita di Letizia la paziente conosce poco perchè la sua “amica” non si confida. Sa comunque che ha avuto seri problemi di anoressia, che è stata molestata da una donna, che ha subito un intervento per un cancro.

Nonostante il profondo legame, anche in questo caso, nella mente della paziente sussiste una compresenza di opposte emozioni verso questa persona. Viene infatti messo in risalto anche il suo essere eccessivamente soffocante nel legame con Matilde tanto da minacciarla di uccidersi se lei l’avesse mai lasciata. Racconta dei messaggi a contenuto profondo e intimamente legati al senso della vita, inviati da Letizia a tutte le ore del giorno e della notte con la pretesa di risposte immediate.

Matilde ammette che non sempre è in grado di soddisfare queste pressanti richieste anche se è incapace di pensarsi senza di lei.

I nostri colloqui sono caratterizzati da una continua alternanza tra la spinta a stare con Luca per la possibilità di un futuro stabile, sicuro e normale dal punto di vista della progettualità in termini di famiglia (che di fatto è solo nella testa della paziente che sembra non avere piena consapevolezza di questo) e la tendenza a vivere l’intensità del rapporto con Letizia, in cui oltre alla fisicità, è presente il piacevole tornado di emotività. In ogni caso, M. sottolinea che il suo non è un problema di identità sessuale perchè ha ben chiara la sua eterosessualità.