Invio e contesto della terapia2

Matilde si presenta al primo appuntamento, ai primi di settembre, da lei stessa richiesto. É curata nell’aspetto, con lunghi capelli bruni e  due occhi di un meraviglioso verde mare su una carnagione leggermente olivastra. Mi colpisce, nel corso del colloquio,  il suo sguardo immobile, cupo e triste, anche quando Matilde, accenna un sorriso. 

Per stemperare la situazione, dopo la presentazione reciproca, cerco di raccogliere le prime informazioni sulla sua richiesta di un appuntamento.

Vista la sua difficoltà a contestualizzare cerco di chiederle alcuni dati anagrafici, e giunti alla residenza Matilde si blocca e poi inizia a fare una distinzione tra quello che è il suo domicilio e la residenza. Spiega infatti di essere stata fidanzata per 10 anni con Luca, con il quale conviveva. La relazione si sarebbe, però, interrotta nel 2007 in quanto lei avrebbe trovato un’altra persona sul lavoro.

Mentre trascrivo nel mio diario tali notizie, verbalizzo ad alta voce con lei la presenza nella sua vita di un altro ragazzo e lei, fissandomi, mi corregge, puntualizzando “Bhè, veramente è una ragazza!”, ovvero una sua coetanea e collega di lavoro, Letizia.

Fino a questo momento tale situazione non costituiva per lei un problema, ma ora si trova disorientata, non tanto per il genere sessuale, quanto per l’estrema differenza caratteriale dei due partner e per la sua difficoltà a scegliere tra le due persone .

Matilde si rivolge al mio studio dicendo di essere in gran confusione e ciò che la disturba è in particolare una “strana” sensazione fisica.

Lei spiega che da qualche mese accusa una sensazione di intorpidimento da capo a piedi alla parte sinistra del corpo.