La Terapia Cognitivo-Comportamentale

 

Il trattamento nell’anoressia nervosa normalmente dura da uno a due anni, e la maggiore lunghezza del trattamento rispetto agli altri disturbi alimentari, risulta necessaria per far fronte agli innumerevoli ostacoli motivazionali delle pazienti e per favorire un aumento ponderale adeguato (Gardner & Dalle Grave, 1999).

La terapia cognitiva è suddivisa in tre fasi:

§  costruzione di un buon rapporto di fiducia e dei vari parametri del setting clinico.

§  modificazione dei pensieri disfunzionali relativi al cibo e al peso corporeo, intervenendo anche sul deficit del concetto di sé e sulle relazioni familiari ed interpersonali che risultano disturbate;

§  prevenzione delle ricadute e preparazione alla conclusione terapeutica.

Nei DCA e dunque anche nel trattamento dell’anoressia nervosa viene recentemente utilizzata la cosiddetta Terapia Cognitivo-Comportamentale-Multi-Step (CBT-MS), un innovativo trattamento derivato dalla Terapia Cognitivo-Comportamentale transdiagnostica (CBT-E) da Fairburn, Cooper e Shafran nel 2003. Questa teoria si basa sull’assunto che l’eccessiva valutazione del controllo sull’alimentazione, sul peso e sulla forma del corpo sia centrale nel mantenimento del disturbo.

L’obiettivo fondamentale del trattamento consiste nell’aiutare il paziente a modificare la relazione con il suo disturbo aiutandolo quindi a sviluppare una sorta di autoconsapevolezza metacognitiva L’intervento è dunque mirato a cambiare lo stato mentale del paziente aiutandolo a decentrarsi dal disturbo, a tal proposito egli non si sentirà più un anoressico ma un soggetto che ha l’anoressia nervosa. Il paziente viene aiutato a considerare i pensieri come eventi passivi della mente e non come aspetti inerenti alla persona. Il fine ultimo di questo percorso è dunque quello di aiutare il paziente ad acquisire una modalità di pensiero che influenzi in maniera globale il suo modo di definire se stesso, sperimenta il mondo, il passato ed il futuro (Teasdale et al., 2002; Dalle Grave et al., 2007).

La CBT-MS introduce alcune procedure innovative rispetto alla CBT-E da cui deriva, tra cui:

·       l’adozione di una equipe multidisciplinare non eclettica composta da medico, psicologo, dietista e infermiere, tutti con una formazione cognitivo-comportamentale trasdiagnostica.

·       Tre setting diversi intensivi di cura (terapia ambulatoriale intensiva, day hospital e ricovero) con uso della stessa teoria di riferimento e delle stesse procedure a diversi livelli di cura;

·       Per i pazienti di età inferiore ai 18 anni, c’è un modulo di CBT familiare

·       L’alimentazione alimentare programmata e pianificata nei casi di grave denutrizione.

Nel trattamento dell’anoressia nervosa per ovviare all’ansia generata dalla convinzione errata che se si abbandona il rigido controllo alimentare si aumenta il peso corporeo in modo incontrollato, viene utilizzata una strategia chiamata alimentazione pianificata e meccanica. Questa strategia consiste nell’incoraggiare i pazienti a pianificare in anticipo in dettaglio la quantità e la qualità del cibo che dovrà essere consumato, la frequenza dei pasti, e il contesto in cui dovrà essere consumato (luogo e tempo). La pianificazione dei pasti è finalizzata ad interrompere i principali meccanismi di mantenimento del disturbo come: i sintomi da denutrizione, i rinforzi positivi e negativi associati alla scelta dei cibi, l’ansia associata all’assunzione di cibo e la preoccupazione per i pensieri sul controllo dell’alimentazione, del peso e della forma del corpo attraverso la concezione del cibo visto come una “medicina” (Garner e Dalle Grave 1999; Dalle Grave et al., 2007). L’alimentazione meccanica aiuta i pazienti, inoltre, a non fidarsi dei segnali di fame e sazietà che risultano profondamente alterati nei casi di grave denutrizione (Bernini et al., 2004; Dalle Grave et al., 2007), e risulta vantaggiosa poiché soddisfa lo stile cognitivo tipico delle anoressiche caratterizzato dall’ordine, esattezza, pianificazione e precisione (Dalle Grave et al., 2007). Successivamente quando avviene un recupero del peso il paziente viene gradualmente incoraggiato ad abbandonare la pianificazione dei pasti e il mangiare in modo meccanico sostituendo al diario della pianificazione il diario alimentare che viene compilato subito dopo aver mangiato. In questa fase il paziente viene aiutato ad affrontare gli evitamenti (es. eliminare alcuni cibi, ridurre le porzioni,ecc.), i check dell’alimentazione (es. pensare al cibo, contare le calorie, ecc.), le regole dietetiche (es. “non devo trasgredire la dieta”, ecc.), e le reazione alla trasgressione delle regole dietetiche (es. pensiero tutto o nulla, ecc.).