RSE

La scala RSE misura l’autostima globale e comprende 10 item. Per la valutazione dei punteggi sono stati utilizzati i 4 punteggi della scala originale (Prezza, 1997). Gli item sono stati sommati ed individuato un punteggio totale. Questa scala è stata ampiamente usata con pazienti con gravi patologie psichiatriche.

I risultati nel tempo T0 sono medio-alti in tutti i gruppi. Il gruppo Stigma mostra un aumento non significativo del punteggio della scala in T1, che ritorna significativamente (p=0,02) ai valori precedenti in T2. L’esiguità del campione non consente una valutazione di questo dato.

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 5. Item 25

Nello studio di Berge M et al. (2005) con 31 soggetti con diagnosi dello spettro psicotico è stata trovata una moderatamente forte correlazione fra maggiore stigma percepito e livello inferiore di autostima, differentemente da Link (2001) i cui studi trovano che lo stigma predica fortemente l’autostima nelle persone con gravi malattie mentali. Nello studio citato non si ritiene importante focalizzare il target dell’intervento sull’autostima, gli item dove l’autrice riscontra minore punteggio di autostima riguardano la sensazione di essere in grado di fare le cose bene come la maggior parte delle persone, sentirsi soddisfatti di se stessi e desiderio di avere maggiore rispetto di sé. Per queste ragioni si suggeriscono specifici interventi circa le abilità sociali per favorire le relazioni con gli altri e interventi che favoriscano la percezione del soggetto di appartenere alla comunità. In questa ottica si muove l’intervento progettato per il gruppo S.

 

 

Gruppo C

Gruppo S

Gruppo E

TOTALE

RSE

T0

N (10)

29,40 ±2,2

N (8)

29,0 ± 3,2

N (7)

25,5 ± 2,9

N (25)

28,2 ± 3,1

T1

N (9)

29,11 ± 4,1

N (6)

*32,0 ± 3,4

N (6)

25,0 ± 4,5

N (21)

28,7 ± 4,7

T2

N (7)

30,5 ± 4,9

N (6)

28,8 ± 4,3

N (5)

27,4 ± 2,9

N (18)

29,11 ± 4,2

Tabella VI. Media dei punteggi totali al RSE

SRIS

La Self Report Insight Scale è uno strumento autocompilativo, comprende due parti, la prima si riferisce alla condizione in atto (Forma A) e la seconda ad una fase pregressa di malattia (Forma B). Ciascuna forma (8 domande) misura tre dimensioni: Insight Totale, Bisogno di cure e Consapevolezza malattia. Il soggetto valuta il suo grado di accordo con gli item, il range dei punteggi totali va da 0 a 16. Gli autori specificano che sono necessari ulteriori studi per accertare la sensibilità dello strumento al cambiamento e la capacità predittiva nei confronti dell’adesione al trattamento e degli esiti psicopatologici e sociali. In questo studio, durante la somministrazione ripetuta, si è rilevata nei soggetti in dimissione o in remissione sintomatologia, la tendenza a ridurre l’adesione ad alcuni item: quando il paziente percepisce soggettivamente di stare meglio considera di avere minor bisogno di cure e visite mediche e questo nello strumento viene valutato come basso insight, allo stesso modo di chi non lo valuta necessario perché non consapevole della sua sintomatologia. In questo studio tutti i soggetti in dimissione hanno riportato valori più bassi a fronte della loro esplicitazione di un maggiore benessere percepito rispetto alla sintomatologia.

Diversamente dalle valutazioni fatte dalle interviste ai pazienti nelle quali è emerso individualmente un progressivo aumento della consapevolezza del disturbo, testimoniato anche dalla ricerca dei pazienti nei miei confronti per fare domande ed esprimere dubbi circa la loro diagnosi e dal resoconto degli psichiatri curanti che hanno ricevuto feedback in colloquio, i test non hanno rilevato cambiamenti significativi.

Si riporta per esemplificazione la tabella relativa all’Insight stato attuale. Il gruppo S che ha un maggiore punteggio alla Panss, ha un costante livello di insight inferiore agli altri due gruppi. Tuttavia, nello studio di De Risio (2000) si evince che il grado di consapevolezza di malattia nei pazienti con disturbo schizofrenico non è correlato con la gravità globale della sintomatologia. Gli autori notano invece alcune interessanti correlazioni fra alcuni sintomi e la consapevolezza di malattia in relazione sia ad episodi attuali sia del passato. I sintomi che sembrano maggiormente condizionare la riduzione della consapevolezza per l’attuale condizione di malattia sono rappresentati soprattutto dalle allucinazioni e dai deliri nella dimensione positiva e dalla compromissione attentava in quella negativa (valutate in base alla SANS e alla BPRS). Nel presente studio i sintomi negativi e positivi sono stati valutati con la PANSS, il gruppo S e C vedono la riduzione della sintomatologia negativa e positiva nel tempo.

 

 

 

Gruppo C

Gruppo S

Gruppo E

TOTALE

SRIS

T0

N (10)

11,10 ±2,7

N (8)

9,0 ± 5,1

N (7)

12,43 ± 5,9

N (25)

10,8 ± 4,6

T1

N (10)

10,10 ± 3,2

N (6)

9,6 ± 4,9

N (6)

11,17 ± 4,5

N (22)

10,2 ± 3,9

T2

N (8)

8,38 ± 3,9

N (6)

9,3 ± 5,4

N (5)

10,8 ± 4,6

N (19)

9,3 ± 4,4

Tabella VII. Media dei punteggi totali al SRIS

SIBr

La SIBr è un scala di autovalutazione della assertività e delle interazioni sociali. La scala prevede due dimensioni, una considera il Disagio percepito e l’altra la Frequenza di emissione di comportamenti sociali. Lo strumento, auto-compilativo, è composto di 25 item per ogni forma e permette l’individuazione di un profilo e di un punteggio totale per le due dimensioni.

In questo lavoro ho osservato in particolare l’area del Disagio che è composta da diverse scale la cui somma permette di avere un punteggio di Assertività generale. Nella situazione di partenza i gruppi si differenziano per il grado di disagio percepito. Il gruppo C si colloca nella normalità, il gruppo E nella fascia di alto disagio e il gruppo S a metà fra alto e normale disagio. Premesso che i cambiamenti non raggiungono la significatività, possiamo osservare in T1 e T2 che il gruppo C si colloca fra normale e basso disagio e in misura minore aumenta anche la percentuale di alto disagio. Nel gruppo E si riduce maggiormente la fascia di alto disagio verso la normalità. Entrambi i gruppi E e S nel tempo si distribuiscono nella fascia di alto e normale disagio. A livello individuale sono riscontrabili miglioramenti soprattutto nel gruppo E, la non omogeneità dei gruppi e l’esiguità dei campioni non permette confronti.

 

 

 

T0

T1

T2

GRUPPO C

<=39

20,0%

40%

50%

Tra 40 e 60

70,0%

40%

25%

>60

10,0%

20%

25%

GRUPPO E

<=39

14,3%

17%

0%

Tra 40 e 60

14,3%

50%

25%

>60

71,4%

33%

50%

GRUPPO S

<=39

25,0%

17%

0%

Tra 40 e 60

37,5%

50%

50%

>60

37,5%

33%

50%

Tabella VII. Frequenza punteggi Assertività Generale scala Disagio

La riduzione della fascia di basso disagio nei gruppi E e S qualora fosse in futuro confermata da campioni più omogenei e rappresentativi potrebbe considerarsi l’esito dell’apprendimento di nuove informazioni e di una maggiore capacità di autovalutarsi nelle interazioni sociali (se a favore della normalità e non dell’alto disagio). In particolare si ipotizza che il gruppo S avendo ricevuto un intervento non solo educativo ma di training rispetto alle modalità di interazione sociale, sia più in grado di valutarsi a fine intervento e si collochi in una fascia di punteggio maggiore.

L’area della Frequenza si riduce in modo non significativo in tutti e tre i gruppi.