Anamnesi familiare e individuale e storia della sofferenza

Timoteo nasce e cresce in un piccolo centro rurale,  in cui conosce ed è conosciuto da tutti. Questo dato è rilevante per comprendere l’importanza data alla reputazione da parte dei suoi familiari e da lui stesso. I suoi genitori narrano che sin da piccolo è  introverso e silenzioso e questa sua modalità era rinforzata dagli apprezzamenti dei suoi cari. Vive un’infanzia serena e si lega molto ai suoi genitori. Sin da piccolo la mamma gli ha concesso la possibilità di scegliere il pasto che più gradiva, permettendogli di scartare i cibi che non apprezzava. La mamma è una donna forte che qualche volta per strada in presenza di estranei e conoscenti, ha commentato i problemi scolastici di Timoteo, facendolo vergognare. Il padre è un uomo con opinioni dominanti. Quando lui afferma qualcosa, il paziente la esegue anche se è di parere differente. Agli affollatissimi pranzi familiari, il padre esordiva sempre lamentandosi a voce alta dello scarso profitto scolastico del figlio.  Timoteo diventava rosso in volto, imparando ad associare il rossore all’essere difettuale o colpevole.

Cinque anni fa è stata diagnosticata al padre una malattia ematologica attualmente non  in progressione clinica. L’evento è stato affrontato da Timoteo con segreto patimento. Non ha manifestato ai familiari sofferenza per due ragioni: non ha compreso a fondo la malattia  paterna e poi non è mai riuscito ad esprimere i suoi sentimenti al padre perché il genitore è un uomo piuttosto fattivo, concreto e pratico che non ha concesso molto all’espressione dei sentimenti.

La prima  separazione dalla mamma avviene con la scuola materna. Il primo giorno di scuola è vissuto in modo drammatico con pronto rientro a casa.  Crescendo prende l’abitudine di chiamare casa a mezzogiorno  per farsi venire a prendere e mangiare a casa con i suoi,  visto che altrimenti avrebbe dovuto pranzare a scuola. Quando si sentiva a disagio a scuola, la madre lo andava subito a prendere. Dopo un po’ la mamma ha deciso di non prenderlo più perché giudicava esagerato e strategico il comportamento del figlio. Così il padre ha iniziato ad occuparsi di prelevare il figlio dalla classe, invece di concordare con la moglie sul metodo più corretto per affrontare il problema.

In classe Timoteo era silenzioso e non faceva domande ai maestri o professori,  perché pensava che potessero rispondergli che quanto detto da lui fosse una sciocchezza.  I problemi con l’ansietà si protraggono, sebbene non in modo grave, anche all’ultimo anno delle superiori, momento in cui Timoteo manifesta difficoltà a mantenere la frequenza scolastica a seguito di un episodio accaduto in classe:

“All’ultimo anno delle scuole superiori mi è successo parecchie volte di provare ansia  anche quando andavo a scuola però non era un’ansia  grave  come quella di oggi.  Magari non andavo a scuola perché dovevo andare in bagno e non mi mandavano in bagno e poi se avevo queste cose qui mi veniva di andare in bagno. Alle scuole superiori, all’ultimo anno, (17 anni) avevo un compagno di banco sempre agitato che chiedeva di andare sempre in bagno per motivi suoi e ad un certo punto i docenti hanno deciso per punizione, ingiustamente, di non mandare più entrambi. Non andavo più a scuola perché se avevo bisogno del bagno non potevo andare, non mi mandavano e allora non ci andavo più a scuola. Se stavo male, anche poco, chiamavo a casa e mi facevo venire a prendere”. E loro venivano.

Attualmente il disagio di Timoteo è caratterizzato da riduzione delle attività sociali, ridotta iniziativa per timore di provare ansia e evitamento di numerose situazioni ansiogene. Ha rimandato a causa dell’ansietà,  per 15 anni  l’intervento per varicocele ed è ora che lo esegua. Uno dei motivi della consultazione è certamente quello di essere spaventato da questo intervento che oramai è indispensabile. Tra i disagi che il paziente riferisce c’è quello di vergognarsi di chiedere il prezzo degli oggetti nei negozi per paura del giudizio ed inoltre la difficoltà a dire di no alle commesse, quando gli presentano un capo che a lui non piace, tanto da acquistarlo pur non desiderandolo. Afferma inoltre di avere difficoltà a comunicare quanto sente e condividere i suoi pensieri: “non riesco a dire quello che penso”.

Diagnosi DSM IV TR:

ASSE I

  Ansia sociale

  Episodio di attacco di panico con agorafobia

ASSE II

   Tratti dipendenti di personalità

ASSE III

  Colite

ASSE IV

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ASSE V

VGF=  61    (INIZIO TRATTAMENTO)

VGF=  80    (FINE TRATTAMENTO)