Conclusioni

Questa tesi si è concentrata su un costrutto psicologico emergente: il Childhood traumatic grief ovvero il lutto traumatico infantile, una condizione che può manifestarsi in seguito alla morte di una persona amata da parte del bambino e che può essere vissuta oggettivamente e/o soggettivamente in modo altamente traumatico, provocando una specifica sintomatologia analoga al PTSD, ai sintomi depressivi ma con delle specifiche caratteristiche, ormai evidenziate grazie a recenti contributi scientifici.

Appare piuttosto evidente la lacuna che la ricerca e gli studi psicologici hanno prodotto nel tempo rispetto ad un argomento importante quale il trauma infantile, in particolare quello legato al lutto di una significativa figura d’attaccamento; a parte il lavoro di J. Bowlby dedicato all’attaccamento, alla separazione ed alla perdita della madre.

Eppure, possiamo facilmente immaginare che un tale evento traumatico nel corso della crescita di un bambino potrebbe determinare, non solo, una manifestazione clinica di lutto traumatico ma, anche, potrebbe portare successivamente allo sviluppo di ulteriori problematiche psicologiche, in età adulta, se non risolto adeguatamente.

Si potrebbe ipotizzare che un evento traumatico tale potrebbe portare a diversi problemi rispetto al sistema dell’attaccamento in termini di disregolazione/disorganizzazione affettiva ma anche ipotizzare un danneggiamento nella funzione di mentalizzazione, come descritta da Bateman e Fonagy (2006).

Ad esempio, alcuni studi rispetto alle influenze psicosociali, in particolare a quelle genitoriali, nello sviluppo del Disturbo borderline di personalità dimostrano una percentuale dell’80% nelle storie di persone con DBP di eventi di perdita delle cure genitoriali a causa di divorzio, malattia o decesso di un genitore (Walsh, 1977). M. Zanarini et al. (1989) ritengono che separazioni precoci dalle figure genitoriali (da 1 a 3 mesi) siano un elemento caratterizzante del gruppo dei pazienti con disturbo borderline di personalità.

Tuttavia, gli studi sulle eventuali correlazioni tra il CTG e i disturbi psicopatologici in età adulta sono ancora scarsi.

Inoltre, sono molto recenti gli studi che valutano l’efficacia di nuovi protocolli di trattamento cognitivo-comportamentale specifici per il CTG e che necessitano di ulteriori prove e conferme.

Appare anche evidente che mentre gli Stati Uniti o molti paesi europei, quali l’Austria, il Belgio, l’Olanda, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, la Svizzera, il Giappone, l’Argentina e il Messico sono associati ad importanti organizzazioni internazionali, come i gruppi di E. Kubler-Ross e tante altre associazioni ed enti no profit (www.dougy.org, www.wistonwish.org.uk, www. elisabethkublerross.com, www.inmournigband.org, www.missfoundation.org, www. barnardos.org.uk ) l’Italia sembra poco interessata a questo argomento e sono ancora pochi i contributi, i centri e gli specialisti psichiatri e psicologi che si occupano specificamente del trattamento del lutto traumatico in età evolutiva.

Dalle ricerche anche in rete sembra che solo a Bologna sia presente un Servizio di aiuto psicologico alle persone in situazione di crisi, separazione e lutto presso il Dipartimento di Psicologia dell’ Università di Bologna.