Conseguenze organiche nei casi gravi di anoressia nervosa

 

Nel quadro dell’anoressia nervosa si riscontrano diverse disfunzioni a carico dei diversi apparati: gastroenterico, cardiocircolatorio, muscolare e scheletrico e del sistema nervoso centrale e periferico.

Nell’apparato gastroenterico possono evidenziarsi sia lesioni causate da un comportamento alimentare anomalo come un ritardo nello svuotamento gastrico responsabile della stipsi, alterazioni pancreatiche, sofferenza epatica con statosi reversibile e talora cirrosi, sia lesioni secondarie al disturbo come lesioni dentarie per bruxismo ed ipertrofia parotidea per ipersecrezione autoindotta (Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998, Robinson, 2000).

A carico dell’apparato cardiocircolatorio si osservano bradicardia ed ipotensione, prolasso valvolare mitralico, tachiritmie, alterazioni elettrocardiache (Montecchi, 1994; Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998; Santoni Rugiu et al., 2000).

L’apparato muscolare e scheletrico può presentare ipotonia e ipertrofia ai cingoli, miopatia e neuropatia, osteoporosi e fratture spontanee (Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998; Chowdhury & Lask, 2000; Santoni Rugiu et al., 2000).

Anche il sistema nervoso centrale e periferico può presentare delle anomalie come insonnia, neuropatie periferiche, crisi epilettiche, atrofia cerebrale reversibile ed alterazioni elettroencefalografiche (Mazzetti di Pietralata & Salvemini, 1998).

Presenti sono anche alterazioni elettrolitiche come ipocalcemia, ipopotassemia che sono molto più frequenti tra coloro che praticano il vomito (Montecchi, 1994) e che fanno uso/abuso di lassativi e diuretici (Chowdhury & Lask, 2000; Turneret al., 2000).

Diverse ricerche empiriche dimostrano la forte interdipendenza tra il peso corporeo e i cambiamenti endocrinologici. Infatti studi sull’argomento dimostrano che la secrezione degli ormoni FSH e LH risulta notevolmente ridotta nelle anoressiche con peso marcatamente più basso e anche il testosterone presente nei due sessi tende a diminuire con il calo ponderale (Palmer, 1988). Sembra dunque che l’individuo anoressico torni ad una condizione puberale.